Adesso, gli stanchi esecutori erano fra me e lei. Sentii che il tempo dentro di me si lacerava.
Lo spirito della fantascienza di Roberto Bolaño rappresenta, per me, una sconfitta.
Quando leggo un nuovo autore, cerco sempre di comprenderlo il più possibile, contestualizzandolo, chiedendo a chi ne sa più di me e informandomi in ogni modo. Eppure, ho letto questo libro e mi presento al momento della recensione, consapevole di non averlo capito del tutto. Ho raggranellato pochissime conoscenze al riguardo e, perciò, dovrò fare ciò che amo meno: parlarvi di qualcosa senza sentirmi totalmente preparata sull'argomento e tentare di intuire ciò che non conosco con certezza. Ovviamente cercherò di farvi comprendere le sue caratteristiche fondamentali, senza indugiare troppo sulla mia personale interpretazione (probabilmente sbagliata).
Mi scuso, perciò, con gli estimatori dell'autore e mi riprometto di leggere le sue opere in un ordine più consono, per farmene un'idea completa e maggiormente centrata.
Lo spirito della fantascienza di Bolaño è l'ultimo libro pubblicato dell'autore, è stato edito quest'anno (2018) da Adelphi e, come è evidente, è uscito postumo. Il romanzo è stato scritto negli anni 80 da un Bolaño trentenne.
Io sono stata colpita dal suo incipit, che si manifesta con un dialogo tra un autore e una giornalista ad una Premiazione. Non è chiaro di chi si tratti esattamente tra i personaggi di cui leggeremo successivamente.
Lo stile è scorrevole e veloce, ma racchiude al suo interno molto significato. Come si può leggere nella sinossi sembra quasi una scrittura "in acido" perché spazia da un momento all'altro con frenesia, non dandoti il tempo di fermarti a riflettere su quanto letto.
Forse è anche questo che mi ha impedito di comprenderlo pienamente, l'ho terminato in una serata. Il ritmo di lettura perciò è forse fin troppo veloce, anche se non ho dubbi che i conoscitori dell'autore lo riescano a comprendere anche a queste velocità.
La struttura è altrettanto psichedelica e rappresenta, di certo, uno degli elementi più positivi della narrazione, mostrando l'enorme capacità dell'autore di pensare su più piani narrativi e coinvolgere il lettore in modi totalmente differenti tra loro.
Troviamo, dunque, il dialogo che apre il libro che, a capitoli alterni, viene intervallato da lettere inviate a persone di spicco e legate alla fantascienza (prevalentemente grandi autori), frammenti di libri scritti dai protagonisti e una narrazione in prima persona che funge da vera e propria trama portante della vicenda, dove ci viene raccontata l'amicizia dei tre giovani personaggi principali.
Il finale, Manifesto Messicano, è ciò che mi ha fatto capire che del libro non avevo compreso niente. Pur essendo lineare e univoco nella struttura è stato per me una lettura grottesca che non ha aggiunto nulla e, anzi, mi ha totalmente spiazzata.
Ne ho capito la storia, certamente, ma non la sono riuscita ad apprezzare per due motivi, uno soggettivo ed uno oggettivo.
Quello soggettivo è che i miei gusti personali sulla narrativa divergono completamente da ciò che è raccontato (il sesso e le connotazioni sessuali in Letteratura ci sono sempre stati e non sono deprecabili, ma io proprio non riesco a collocarli nell'ambito dell'utilità senza una contesto che li renda necessari) e quello oggettivo è che non ho visto altro che questo, proprio perché, evidentemente, non sono riuscita a comprendere il significato intrinseco del testo.
Il termine fantascienza del titolo può trarre in inganno il lettore che potrebbe pensare che il volume si possa collocare in questo genere.
In realtà si tratta di un'opera di narrativa che in parte, fa da saggio, introducendo tantissimi nomi e concetti fantascientifici, ma parlandone come un argomento e non inserendoli nella storia del libro. Anche qui, devo ammettere la mia ignoranza, sono pochi i nomi che non sono dovuta andare a cercare e, perciò, è possibile che molti messaggi subliminali non mi siano arrivati.
Apprezzabilissima la parte conclusiva del libro, dove l'Editore ha inserito gli appunti dell'autore. Qui possiamo osservare le pagine del manoscritto di Bolaño e notare l'enorme cura con cui lo scrittore ha fatto combaciare tutto. Si tratta di un libro che sembra scritto "di getto" ma, in realtà, dietro di esso ci sono stati grande studio e attenzione.
In conclusione, grazie a stile e struttura ho già pregustato la grandezza di Bolaño, per merito del ritmo l'ho terminato tutto d'un fiato e questi presupposti hanno reso la lettura piacevole. So, però, di non aver compreso il testo fino in fondo perché il finale mi ha del tutto spiazzata, facendo crollare ogni mia certezza. Tuttora non saprei dire se quest'autore, sia indicato o meno per me.
La mia impressione è stata che solo un conoscitore di questo autore (perché suo lettore o perché ha a disposizione maggiori informazioni di quelle che sono riuscita a reperire io), possa comprendere pienamente Lo spirito della fantascienza e, perciò, lo consiglio solo a loro. Ai neofiti come me consiglio di iniziare da altro, come io stessa farò il prima possibile.