Affinché la ragazza non dimenticasse l'impegno e si sentisse vincolata, lo straniero le anticipò le spese del viaggio mettendole in mano un biglietto da 10 yen sul quale aveva segnato l'ora del treno e il nome dell'albergo.
L'abbigliamento è impegnativo ma appassionante. È la sola cosa che abbia importanza nella vita. Non si finisce mai di riflettervi; eppure ogni volta mi occupo soltanto del prossimo abito, non ancora di quelli successivi.
Non sono abbastanza ricca per vestirmi bene. La seta costa così cara. Spendo subito in vestiario tutto il denaro che ricevo dalla mia famiglia. Dopo mi arrangio. Vendo le cose che non mi servono più. Prendo a prestito soldi e abiti, faccio dei cambi. Quando è necessario, confeziono abiti per delle signore che sono le mie onorevoli clienti; mi danno del denaro.
Oggi metterò il kimono che tenevo in disparte per la Festa Sacra; è un po' leggero e di colori forse troppo vivaci per la stagione. Ma in campagna non ha importanza; una certa audacia nel vestire non mi dispiace e mi farà sembrare più giovane. A diciott'anni si comincia a desiderare di ringiovanirsi.
Sul Giappone e le sue usanze
Poco fa, quando mi sono alzata, la luna bianca come seta illuminava un cielo terso. Sono stata presa dall'entusiasmo: sarà una passeggiata stupenda. Eppure siamo nella stagione chiamata pioggia dei susini.
Neppure il mio signor fratello maggiore è ricco. È sposato qui a Tokio. Non lo vedo spesso, ma anche se, stando alla regola familiare, dovrei essere io a lavorare per lui, mi fa ogni tanto un regalino in denaro.
Ci vuole un altro abbigliamento nuovo per le feste di febbraio, poi in aprile per la fioritura dei ciliegi. I disegni dell'obi riproducono i fiori di ciliegio. Poi c'è la festa dei giovanotti, la festa dei glicini, e poi viene l'estate. Gli abiti sono più leggeri e di colori più squillanti. In autunno la cintura deve riprodurre di nuovo i motivi di stagione. Non più farfalle ma foglie rosse di acero e in seguito crisantemi. È la festa del riso novello. Infine viene l'abbigliamento della neve.
L'anno seguente nulla di tutto ciò serve più, perché si è invecchiate. I colori devono essere meno vivi e i disegni più piccoli. A parte questo, non si porterebbe volentieri un abito dell'anno precedente. Quello che è giù stato visto una volta è considerato logoro.
Ma ballare con un signore è una cosa sconveniente. Si può ballare soltanto da sola.
La prossima festa per la quale devo pensare a vestirmi è la festa degli Spiriti. A Tokio si svolge a metà luglio. Cioè fra un mese. Quella notte tutti gli onorevoli spiriti dei morti vengono sulla terra per vedere come si comportano gli esseri viventi. Loro, essendo morti, sono diventati degli dei.
Per una signora, il solo atto di cortesia verso gli onorevoli spiriti è avere degli abiti altrettanto belli quanto quelli, invisibili, indossati da loro. Così la Notte dei Morti inaugura l'abbigliamento estivo.
Sul mucchio non c'erano biglietti più grossi di 50 sen. Allora provammo una certa vergogna. Non avremmo mai osato lanciare il nostro biglietto da 5 yen. In rapporto a questa cifra, i nostri abiti non erano abbastanza belli. Ci saremmo rese ridicole agli occhi delle signore visitatrici e soprattutto di fronte allo spirito di S. M. l'imperatore Meiji.
Per fortuna il viso non ha bisogno di cambiare colore ad ogni stagione come gli abiti. Deve essere perfettamente bianco tutto l'anno. Le povere signorine giapponesi hanno la pelle di un colore così spento che devono ravvivarla con molto latte e molta cipria.