L'ultimo cavaliere (La Torre Nera Vol. 1)

Di Stephen King

Sperling & Kupfer

167 pagine

6,5/10

Consigliato: Ni

Contemporaneo

Film/Telefilm

Statunitense

Fantasy

Sotto l'ombrellone

Serie/Saga

Western

TRAMA IN BREVE

L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì. Roland, l'ultimo cavaliere è disposto a tutto per riuscire a raggiungere la sua nemesi.

DEDICA

A Ed Ferman, che su queste storie ci ha scommesso, una dopo l'altra.

INCIPIT

L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì. 

Il deserto era l'apoteosi di tutti i deserti, sconfinato, vasto fino a traboccare nel cielo per quella che sembrava un'eternità in tutte le direzioni.

RECENSIONE

Come sapete, amo Stephen King e ho letto tutti i suoi libri. Dato che a breve uscirà un film sulla serie de La Torre Nera, ho deciso di rileggermela interamente. Sospetto che il film sarà una grande delusione e che centrerà ben poco con la saga, ma almeno avrò la gioia di rileggere questa grandissima opera di King.

Detto ciò non posso, però, esimermi dal dire che L'ultimo cavaliere non è un bel libro, almeno non alla pari di altri, non è affatto degno del tenore di scrittura di King e, se non fosse il primo libro della serie, non l'avrei mai più riletto. Della prima lettura ricordavo ben poco, nella mia mente sopra l'immagine della copertina era rimasta un'unica scritta "non succede assolutamente nulla" ed, effettivamente, ora che l'ho riletto la mia impressione su questo primo volume è cambiata ben poco.

La verità è, che faccio davvero fatica a riconoscere lo stile di King in questo libro apparentemente scritto da un fungo allucinogeno con le mani; nemmeno negli altri primi libri scritti dall'autore si nota così tanto la sua inesperienza, anche se si riconoscono comunque alcuni dei suoi pregi che, grazie al cielo, riescono a salvare un po' la lettura. Alcuni frammenti ricordano poi il migliore dei King e aiutano i "fan" ad apprezzare ancora di più questo primo libro.

Ma il grano... Ah, quel grano! Lo vedevi crescere. Ma quello era il meno. Sì, lo sentivi persino, come se la pioggia gli avesse dato labbra per parlare. Non era un bell'ascoltare. Era come se sospirasse e gemesse di dolore uscendo dalla terra.

La trama è disorganizzata; c'è la storia principale che è "L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì." ma poi per la maggior parte del libro sono presenti flashback su flashback assolutamente frammentari e poco interessanti per chi non conosce già la trama. Alla prima lettura devo aver completamente rimosso queste parti, perché non ricordavo minimamente fossero presenti in questo primo volume, in questa seconda lettura li ho apprezzati decisamente di più ma solamente perché sapevo di cosa si stava parlando e accoglievo i racconti come delle piccole epifanie di quello che vivrò, poi, leggendo gli altri volumi della serie, quelli "veri". Infine su questo aspetto (la trama) bisogna anche dire che ci si capisce ben poco inizialmente e che, anche in questo caso, senza il senno del poi tutto rimarrebbe più nebuloso ed incomprensibile.

Era sempre andata così. Il pistolero seguiva l'uomo in nero attraverso il deserto da ormai due mesi, nella vastità infinita e pazzescamente monotona di quel purgatorio, e ancora non gli era dato di trovare traccia che quelle asettiche, sterili, ideografie dei fuochi dell'uomo in nero.

L'ambientazione sia del presente che del passato è l'elemento reso meglio di tutto il romanzo; trattandosi di un libro che possiamo definire Western, era assolutamente fondamentale che il lettore fosse in grado di ambientarsi in questo mondo assolutamente inusuale per un romanzo fantasy, in questo caso King è stato bravo, ha reso perfettamente ogni luogo e ci ha fatto vedere ogni luogo chiaramente.

Un'emozione improvvisa, reciproca e profonda, passò nello sguardo dall'uno all'altro, il colono fermo nel suo campo di terra polverizzata, il pistolero sul crostone che digradava nel deserto. Poi il visitatore prese la pietra focaia.

A riguardo del genere, voglio dire qualcosa a chi non conosce ancora bene la serie. La Torre Nera viene inserita, per cause di forza maggiore, nel genere Fantasy perché presenta moltissimi elementi fantastici e, certamente, non si può annettere ad un altro genere, però, sconsiglio fortemente di sceglierla per questa categorizzazione perché si rischia di fare un grave errore. La Torre Nera non assomiglia minimamente ad una qualunque serie Fantasy, quindi i fan del genere potrebbero rimanere piuttosto delusi se la iniziano per questo motivo. Idem per coloro che, invece, NON la vogliono leggere perché si tratta di fantasy; potrà piacervi oppure no, ma certamente non per la sua connotazione fantasy. Quindi, iniziate la serie perché vi va di leggerla ma non cadete nel tranello di pensare prima della lettura a cosa andrete incontro perché, certamente, non potete immaginarvela per come effettivamente è.

La Lingua Eccelsa. Lì per lì la sua mente se ne ritrasse. Erano passati gli anni... che diamine! Secoli, millenni: la Lingua Eccelsa non esisteva più, lui era l'ultimo, l'ultimo cavaliere. Gli altri erano...

L'atmosfera è uno di quegli aspetti che, probabilmente, non potrò più valutare oggettivamente, come se non avessi mai letto il seguito. Dovete sapere che parte fondamentale della serie de La Torre Nera è proprio l'atmosfera che si crea durante la narrazione e io in questo romanzo l'ho già ritrovata, anche se so che per chi lo leggerà la prima volta potrebbe succedere diversamente. Il motivo per cui potreste non rilevare l'atmosfera adeguatamente è perché, non capendosi particolarmente bene la trama potreste arrancare un po' andando avanti con la lettura non riuscendo ad entrarci molto, rendendo così il resto un rumore di sottofondo che vi sfiora appena. Con il senno di poi, però, anche voi la riconoscereste e, perciò, io non posso che considerarlo un elemento positivo in questo libro che, nonostante i mille difetti, mi ha fatta già entrare in quel mondo e mi indurrà a leggere presto il secondo volume (il mio preferito alla prima lettura, tra l'altro).

I bossoli di ottone delle cartucce infilate nei passanti dei cinturoni ammiccavano e balenavano nel sole diffondendo eliografie. Il cuoio scricchiolava sommessamente. Le pistole dal canto loro non facevano rumore. Avevano spillato sangue. Non avevano bisogno di farsi sentire nella sterilità del deserto.

Anche per quanto riguarda i personaggi sarò, probabilmente, parziale. Il protagonista, Roland, si mostra subito per come è: determinato, serio, anche freddo pur di raggiungere il suo scopo, un vero Pistolero. Nel corso della saga compirà un cammino che forgerà il suo carattere, ma la sua vera anima la sentiamo già in questo primo libro.

Sembrava uscito da una fiaba o da un mito, ultimo della sua stirpe in un mondo che stava scrivendo l'ultima pagina del suo libro. Pazienza. Si sarebbe trattenuto per qualche tempo. Avrebbe avuto l'indomani per pensarci, o il giorno dopo ancora. Dormì.

Gli altri personaggi, per ora, sono meno interiorizzati, li conosciamo sufficientemente bene ma comprendiamo che il protagonista di questo primo volume è lui: L'ultimo Cavaliere, Roland. Rimangono comunque molto interessanti gli spunti di riflessione che ci vengono dati sui personaggi secondari.

Avevano un'aria primitiva. Le loro facce sembravano librarsi tra le fiamme e lo scintillio cristallino del cielo. Guardandoli, Alice avvertì la spina di una fugace disperazione per i tristi tempi del mondo. Non c'era colla capace di ridurre le smagliature fra le cose del mondo. Non aveva mai visto l'oceano e mai l'avrebbe visto

Il 10 Agosto 2017 uscirà un film chiamato La Torre Nera, basato su questa serie. Sarà un minestrone delle storie contenute in tutti i libri e, se fosse per me, non si chiamerebbe nemmeno La Torre Nera per quanto sarà, evidentemente, diverso dalla serie. Però, essendo fan di King sicuramente cederò e lo andrò a vedere, perciò vi commenterò qui le differenze tra saga e film e, probabilmente, sarò leggermente alterata, perciò vi chiedo di scusarmi in anticipo!

Da Wikipedia: Il primo lungometraggio, proprio per volontà di King, inizia con la stessa frase con cui ha inizio il primo capitolo della saga letteraria, L'ultimo cavaliere (The Gunslinger), ma non segue la sua storia. Il film, la cui ambientazione sarà in buona parte nel tempo contemporaneo, inizierà infatti dal "centro" della storia narrata nella serie di libri, facendo riferimento a tutte le opere di cui compone. Non sono presenti i due co-protagonisti introdotti nel secondo libro, Eddie e Susannah, in modo da rappresentare la solitudine di Roland prima della formazione del ka-tet; come per i libri, entrambi i personaggi saranno eventualmente introdotti nei capitoli successivi.

In conclusione penso che questo libro non vi farà impazzire se sarà la vostra prima lettura e io stessa penso che King abbia fatto decisamente di meglio. Allo stesso tempo, però, lo trovo fondamentale per il resto della serie e, con il senno di poi, lo si apprezza decisamente di più perciò lo consiglio solo a chi è determinato a leggere l'intera saga de La Torre Nera e vi esorto ad andare avanti con fiducia se dopo la lettura di questo libro non avrete voglia di continuare la lettura: gli altri sono profondamente diversi e decisamente più chiari.

TRAMA COMPLETA (CON SPOILER)

Roland, ultimo cavaliere, segue l'uomo in nero nel deserto. Ad una stazione di posta l'ultimo cavaliere incontra Jake, bambino di 9 anni che non ricorda nulla del suo passato e non sa come mai si trova in quel luogo. Ipnotizzandolo Roland scoper che Jake viveva in un luogo mai esistito e che è stato ucciso dall'uomo in nero, ma non lo riferisce al ragazzino.

I due continuano insieme l'inseguimento e, infine, capiscono che l'uomo in nero desidera essere raggiunto da loro. Al pistolero viene richiesto un sacrificio: per raggiungere l'uomo in nero dovrà sacrificare la vita del ragazzo. Quando Jake, appeso con una mano sopra un precipizio gli chiede aiuto, Roland non indugia: lo lascia morire per raggiungere il suo obiettivo.

Il colloquio intrapreso tra i due uomini durerà molto di più del previsto; Roland scoprirà che il suo obiettivo è sempre stato la Torre Nera e che l'uomo che inseguiva non era del tutto chi lui credeva fosse. Scopre anche che nel suo futuro avrà a che fare con avvenimenti strani, che vengono definiti in maniera nebulosa dall'uomo in nero.

CITAZIONI

Ma non era al settimo o all'ottavo livello. Era al quinto. Perciò aveva sete, sebbene man provasse il bisogno impellente di bere. Ne provava un vago piacere. Era romantico.

«Credi in una vita dopo la morte?» gli domandò il pistolero, mentre Brown gli faceva cadere nel piatto tre pannocchie calde. Brown annuì. «Penso che sia questa.»

L'uomo in nero aveva interpretato Dio a Tull. Era solo per un'intuizione della comicità cosmica o era disperazione? Il dilemma aveva un certo rilievo.

Si rese conto che gridava. Non aveva mai smesso di gridare. Si sentiva gli occhi come cuscinetti a sfera crepati. Si sentiva i testicoli risaliti e premuti contro il ventre. Si sentiva le gambe di legno. Si sentiva le orecchie di acciaio.

Non con la bocca. Ma le sue mani avrebbero raccontato la propria storia.

È troppo giovane per aver già imparato a odiare se stesso, ma il seme sembra già gettato; è stato piantato nel solco amaro del suo cuore.

«Nemmeno io», ribatté il pistolero, «ma qualcosa è accaduto. Già nel mio tempo, è accaduto. Diciamo che il mondo è andato avanti, è una frase che ripetiamo da sempre. Ma adesso si muove più in fretta. Qualcosa è accaduto al tempo.

Nessuno mai paga veramente per essa con il denaro, rifletté. Il prezzo di un atto malvagio, inevitabile o no, si paga nella carne.

Solo i nemici dicono la verità. Amici e amano mentono in continuazione, presi nella rete dei loro obblighi.

QUARTA DI COPERTINA

Una saga fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale. Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l'eterno, epico scontro fra il bene e il male s'incarna in uno dei più evocativi paesaggi concepiti dall'autore: Roland di Gilead, l'ultimo cavaliere, leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre proibita.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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