Loro non sapevano.
Sincronia colpevole è il secondo romanzo dell'autrice Giada Strapparava e la mia prima esperienza letteraria con la sua penna.
Questo romanzo non è catalogabile in un genere predefinito perché racconta della vita e di situazioni che, purtroppo, sono fin troppo vere e presenti nel nostro mondo. I protagonisti della vicenda sono due; Daniel Rivera, uomo adulto che vive per strada per sua stessa decisione e Connor Sullivan, un bambino di dieci anni che vive con la madre.
Questi due personaggi appaiono dapprima profondamente diversi agli occhi del lettore ma, in realtà, ricoprono lo stesso ruolo nel mondo. Sono speciali, sono dei sopravvissuti e, nel loro dolore, sono anche estremamente soli. Entrambi provano con forza la necessità di un'espiazione che, da soli, non possono raggiungere.
Ciò che affligge Daniel è di aver perso per sempre la moglie e il figlio Tommy, vittime della fatalità della vita. L'uomo per punirsi ed espiare colpe che si autoimputa consapevolmente, vive come homeless, al freddo, senza casa né soldi, vivendo della carità altrui.
Ciò che affligge Connor è completamente diverso ma provoca in lui un sentimento similare a quello dell'uomo più maturo: il nuovo compagno della madre lo sevizia, all'oscuro della donna.
Le due vite ci vengono raccontare in maniera alternata, mostrandoci prima l'uno e poi l'altro protagonista cercare di andare avanti nel modo meno doloroso possibile, ma con la consapevolezza che quei pensieri non svaniranno mai e li accompagneranno per sempre.
A volte non gli importava di non essere come gli altri.
Lui era diverso.
Era solo.
Era un sopravvissuto.
Questa struttura sfalsata serve principalmente a introdurre i due personaggi a poco a poco, mostrandoci quanto si assomiglino le loro anime che, fondamentalmente, rispecchiano un bisogno in comune: quello di essere salvati dalla loro necessità di espiazione. Le due storie si intrecceranno poi, in un finale forse facile da prevedere ma che porta un messaggio importante.
L'ambientazione della vicenda è San Francisco, che viene descritta ma non ricopre un ruolo fondamentale nella vicenda e, temporalmente, capiamo che la storia si svolge ai giorni nostri.
La trama di questo libro è forte, struggente e potente. Difficile da leggere perché l'autrice non si risparmia e non indietreggia nemmeno davanti alle scene più forti, violente o cupe, così come la vita.
Per questo motivo l'atmosfera avvertita è altrettanto tangibile. È impossibile leggere questo libro senza provare nulla dal punto di vista emotivo, perché ciò che viene raccontato è troppo importante e, come si suol dire, colpisce con un forte pugno allo stomaco.
Ho apprezzato la ricerca linguistica dello stile dell'autrice, che utilizza parole che riescono a racchiudere al loro interno significati pieni e ricchi. La sua voce si fa sentire in mezzo ai flussi di coscienza e pensieri dei personaggi, non sono solo quelli due protagonisti ad essere raccontati e questo rende la narrazione varia e più interessante.
Ho avuto alcune difficoltà nel cambio di persona (prima in terza, poi in prima nel medesimo periodo) e nel cambio di tempi verbali (presente e passato si alternano anche all'interno della stessa frase), non so bene se si tratti di refusi o di scelte stilistiche che non sono riuscita ad apprezzare io.
Oltre a questo ho, purtroppo, individuato numerosi refusi ed errori (presenti nella mia prima edizione Marzo 2018) riguardanti tempi verbali, parole e errori di battitura che su di me hanno sempre un forte impatto negativo ma che, so, non vengono nemmeno notati da altri lettori meno interessati a questo aspetto.
In conclusione, Sincronia colpevole è un romanzo che colpisce forte il lettore e che lo induce a pensare di più a quante vite vengano rovinate solamente perché alcuni di noi non riescono o non vogliono vedere al di là della propria esistenza. È un libro che apre gli occhi.
Il voto negativo è personale ed è dovuto alla cura della mia edizione che ha influenzato di molto la mia lettura.
Lo consiglio a chi desidera aprire la propria mente verso gli altri, che non ha paura di soffrire e che, anzi, vede in questo qualcosa di terapeutico che potrà fortificarlo o migliorarlo in vista del futuro.
Non lo consiglio a chi non ama soffrire mentre sta leggendo e a chi vede la lettura come uno strumento d'evasione piacevole e spensierato.
A tal proposito bella e particolarmente significativa la dedica (che potete leggere nell'apposito reparto) che l'autrice fa a sé stessa. Se anche voi sentite di poter fare delle vostre paure i vostri punti di forza, questo può essere il romanzo adatto a voi!