Mia madre mi chiese di accompagnarla a vendere la casa. Era arrivata quel mattino a Barranquilla dal paese lontano dove viveva la mia famiglia e non aveva la minima idea su come trovarmi. Domandando qui e là fra i conoscenti, le indicarono di cercarmi nella libreria Mondo o nei caffè lì accanto, dove mi recavo due volte al giorno a chiacchierare con i miei amici scrittori. Chi glielo disse l'avvertì: «Ci stia attenta perché sono dei pazzi scatenati». Arrivò a mezzogiorno in punto. Si fece strada col suo andare lieve fra i tavoli carichi di libri in mostra, mi si piantò davanti, guardandomi negli occhi col sorriso malizioso dei suoi giorni migliori, e prima che io potessi reagire, mi disse:
«Sono tua madre.»