Se hai sacrificato il cuore per la Torre, Roland, hai già perso. Una creatura senza cuore è una creatura senza amore e una creatura senza amore è una bestia.
La chiamata dei tre è il secondo libro della serie La Torre Nera di Stephen King. Come già sapete, io ho letto tutto ciò che King ha scritto e, in questo caso, ho iniziato a rileggere la serie per l'uscita del film che, guarda caso, esce proprio oggi 10 Agosto 2017.
Ho deciso dopo aver scoperto cos'è in realtà il film (una trovata commerciale che ha ben poco a che vedere con la vera storia della serie) di non visionarlo ma di continuare a leggere, con calma, ogni libro di questa bellissima saga.
Fatemi un piacere personale: se non avete letto i libri NON andate a vedere il film, quella non è la Torre Nera e l'opera di King non è quello che vedrete lì rappresentato.
Qui potete trovare la recensione del primo libro: L'ultimo cavaliere.
La chiamata dei tre alla prima lettura è stato il mio volume preferito insieme a I lupi del Calla e, anche questa volta, l'ho apprezzato molto. Finalmente si capisce qualcosa di quello che c'è stato raccontato nello scorso libro e incontriamo due nuovi personaggi fondamentali nella serie.
Lo stile di King mi piace, ormai nel tempo si è modificato e non è più questo ma io, in qualunque fase della sua vita di scrittore, l'ho sempre apprezzato. King riesce ad esprimere i concetti con un'efficacia incredibile, sull'efficienza, invece, in molti sono in dubbio, ma io non condivido nemmeno questo pensiero. C'è chi sostiene, infatti, che King si dilunghi troppo in certe spiegazioni o introspezioni, io invece lo amo anche per questo e, infatti, nei libri in cui questo aspetto è meno evidente ho fatto più fatica ad entrare nella storia e, sicuramente, nella mia Top Ten di King si possono trovare solamente libri che si dilungano su determinati aspetti.
La capacità dell'autore di rendere i personaggi è unica. Questo non significa che sia il più bravo o che riesca solo lui, ma, ogni personaggio da lui inventato ha un'impronta Kinghiana straordinaria, ti entra in testa e non se ne va più. Gli amanti della Torre Nera sanno di cosa sto parlando, i suoi personaggi per un Fedele Lettore rimangono incisi nella mente, come se li avessimo conosciuti molto tempo prima e non fossimo mai riusciti a dimenticarli. Anche ciò che non è umano è ben caratterizzato; le aramostre con i loro Didacevi? Dicono molto di più di quanto facciano i personaggi di moltissimi altri romanzi di autori altrettanto famosi.
Due di loro corrono goffamente verso il gabbiano morto. La vincitrice della gara vi si avventa sopra, lo squarcia, e comincia a riempirsi le fauci dei suoi resti putrescenti. «Dedaceri?» domanda. «Didarami?» risponde la seconda
Molto belli anche i dialoghi, sono incisivi e ti fanno capire molto delle personalità di ogni personaggio senza dover leggere lunghe descrizioni.
La trama di questo libro è molto bella anche se, con il senno di poi, la potremmo definire ancora introduttiva.
Il Pistolero Roland non è destinato a percorrere il cammino per la Torre da solo e in questo romanzo si scopre chi lo accompagnerà. È sempre bello vedere come il gruppo si riunisca ma, ancora di più, notare ogni piccolo particolare dello svolgimento. La scrittura di King è fatta di particolari, piccoli aspetti insignificanti agli occhi di quasi tutti che, però, si riuniscono perfettamente come in un puzzle se messi tutti assieme. Chi leggerà il libro per la prima volta potrà solamente notare gli aspetti più evidenti, ma per chi sa già cosa succederà dopo, tutto ha un sapore ancora più magico. Le riletture hanno sempre senso, nel caso di serie come questa, sono quasi d'obbligo per poterle comprendere ancora di più.
In un libro fantasy (definiamolo così, anche se a parte l'elemento fantastico ha ben poco da spartire con il genere) la credibilità non è data da quanto il racconto si avvicini alla realtà, bensì dalla coerenza intrinseca della storia. King in questo è perfetto. Ogni singolo gesto, ogni frase, ogni parola.. tutto è spiegato dalle azioni, niente è di difficile comprensione. In più riesce a farlo senza darti la sensazione del "sto scrivendo questo per giustificare quest'altro" capacità che solo gli scrittori più esperti hanno. La sua bravura nello farmi credere in tutto ciò che scrive, come se potesse succedere veramente, è uno degli aspetti che apprezzo di più di questo grande scrittore che, come sapete, è anche uno dei miei preferiti.
L'ambientazione è resa benissimo, si capisce chiaramente tutto ciò che circonda i personaggi e lo si vede anche. In una saga che si rispetti questo elemento è fondamentale; ci permette di entrare nel mondo descritto e dimenticare che sia tutto una finzione letteraria. Vediamo l'acqua, le armi, la sabbia.. tutto è davanti a noi. Probabilmente il film della nostra mente è molto più preciso di quanto mai potrebbe esserlo una trasposizione cinematografica. Ed il bello è che questo è solo l'inizio, e io non vedo l'ora di andare avanti!
Dunque quella spiaggia che era sembrata sconfinata stava per manifestare loro i suoi limiti. Prima o poi quelle colline ne avrebbero semplicemente decretato la fine soffocando del tutto lo spazio disponibile tra l'entroterra e il mare. Le butterate alture sarebbero marciate giù fino al bagnasciuga e da lì nei flutti, a dar vita forse prima a un capo o una penisola e poi a un arcipelago
Il ritmo di lettura è veloce ma disuguale. Già alla prima lettura ricordo di aver apprezzato tantissimo il romanzo ma di aver decisamente rallentato in un preciso momento (circa a metà del libro) e, anche questa volta è successa la stessa cosa. Non posso entrare nel merito senza anticiparvi qualcosa perciò sono costretta ad essere vaga ma, penso che la diversità di argomenti trattati in quel particolare punto, renda la lettura meno fluida.
Non commettere l'errore di mettere il tuo cuore vicino alla sua mano.
L'atmosfera del libro si percepisce perfettamente, specie nei momenti più tesi, mi è piaciuta molto e mi ha fatto entrare in maniera definitiva dentro la serie. So che poi tutto si farà ancora più solenne ed importante e non vedo l'ora. Nella mia "carriera" da lettrice ho letto tantissimi thriller eppure questo romanzo mi ha trascinata nella suspense (pur avendolo già letto) molto di più di libri scritti appositamente con quel fine.
Sarà meglio che questa volta non faccia cilecca, pensò Roland armando nuovamente il cane. Sotto il chiasso dei gabbiani, udì lo scatto ben lubrificato del tamburo che ruotava.
La chiamata dei tre è un bellissimo libro che si può apprezzare anche letto singolarmente ma, io, non consiglierei mai al mondo di leggere un libro di una serie in maniera autonoma e, quindi, non lo farò nemmeno per questo. Io vi consiglio l'intera saga, con il primo faticherete ad andare avanti, fate uno sforzo e finitelo. Poi, leggete questo e, se non vi piacerà, allora abbondatetela.
Se La chiamata dei tre non vi piacerà, non siete pronti ad affrontare il cammino per la Torre. Aspettate anche voi la Chiamata e, quando sarà il momento, riuscirete a godervela veramente.