📖 Ma... perché?
📚 Amsterdam è il terzo libro che leggo di McEwan e anche questa volta sono arrivata alla fine con questa domanda che mi riecheggiava nella testa.
🥺 Quest’autore mi fa impazzire: penso che sappia scrivere molto bene, e lo dimostra sempre a inizio libro, poi ogni volta mi sembra che sacrifichi la scrittura per la trama ed è una scelta che non riuscirò mai a comprendere o a trovare preferibile.
❌ Il finale di questo libro è volutamente grottesco, l’autore riesce sicuramente a raggiungere ciò che LUI voleva, ma io pur capendo le sue intenzioni e quindi pensando che oggettivamente sarà di sicuro riuscito a portare a casa il lavoro, dal punto di vista soggettivo vorrei capire il perché faccia OGNI VOLTA in modo che io chiusa il libro pensando ‘ma... perché ha scelto proprio di fare così?’.
😂 E questo è il motivo per cui non mollo mai: per come scrive, McEwan si merita tutta la mia stima e io ci voglio credere che un giorno entreremo in sintonia e il suo volere non implicherà per me un ‘peggioramento’ rispetto alle sue potenzialità!
😣 Quel giorno, ahimè, non è oggi! Anche se, per ora, Amsterdam è quello che ho trovato meno stridente, forse anche solo perché, sotto sotto, sapevo che me l’avrebbe rifatto ed ero più pronta psicologicamente! (O forse perché qui si ‘rovina’ - ovviamente dal mio personalissimo punto di vista - solo alla fine).
💖 Di questo autore in libreria ho ancora La ballata di Adam Henry e quello sarà il mio ultimo tentativo, in caso di fallimento (ma spero di no, perché davvero, penso che per come scrive io dovrei amarlo) credo che rinuncerò perché, forse, non siamo semplicemente fatti l’uno per l’altro.