... sembra tutto un po' retorico per un diario, lo so
Cambio di rotta di Elizabeth Jane Howard è la prima opera dell'autrice che leggo, oltre che al mio secondo esperimento con Fazi.
La scrittrice, divenuta celebre in particolare per la Saga dei Cazalet, in Cambio di rotta (edito per la prima volta in lingua originale nel 1959) si è cimentata in un romanzo stand-alone.
Il volume è diviso in 8 capitoli, suddivisi a loro volta in 4 sottocapitoli, ognuno dei quali focalizzato su uno dei quattro protagonisti della vicenda (Jimmy, Emmanuel, Alberta e Lillian).
Questa struttura permette di spaziare nelle personalità dei personaggi, ci fa assistere a scene e flashback a cui avremmo dovuto rinunciare in caso di un unico protagonista e ci fa ripercorrere la stessa scena con occhi differenti, talvolta arricchendo la nostra consapevolezza, talvolta indugiando per creare aspettativa.
All'interno del testo troverete anche dei flashback relativi a eventi passati che aiuteranno a comprendere meglio il perché dei comportamenti dei personaggi.
Il ritmo, anche nei sottocapitoli più lenti o che non si preferiscono, è veloce. Probabilmente grazie alla struttura che permette di spaziare molto.
Quando mi approccio ad un nuovo autore, o in questo caso ad una autrice, la prima cosa che tento di rilevare è la sua capacità stilistica e Howard ha superato brillantemente la prova, dimostrandola in più modi.
Prima di tutto i quattro sottocapitoli non divergono solo nel focus, nel variare dalla terza (Emmanuel) alla prima persona (tutti gli altri), nell'utilizzo del diario o della lettera (Alberta) piuttosto che nella narrazione più comune, ma anche nella sintassi, nei contenuti e nella scelta delle parole.
Le frasi, infatti, rispecchiano i caratteri dei protagonisti: pragmatiche quelle di Jimmy, emotive quelle di Lillian, complesse quelle di Emmanuel e dirette quelle di Alberta. Questo è anche il motivo per cui, pur essendo lo stile parimenti ricercato e curato, potrete preferire alcuni punti di vista rispetto ad altri, sebbene in tutti vi sia una piccola parte di tutto ciò che troverete nel libro.
L'autrice ha un approccio fortemente descrittivo sia per quanto riguarda le persone, che per i luoghi e gli oggetti utilizzati dai protagonisti. Nonostante queste evidente predilezione, riesce a non far pesare questa sua caratteristica distribuendola lungo tutta la narrazione e mescolandola sapientemente con aspetti empirici o emozionali.
Altra particolarità che mostra la sua capacità è quella di rimandare alcune parti del testo a discorsi fatti precedentemente. Questa scelta è evidente più che altro nella prima metà del romanzo, ma non viene mai abusata, dando al lettore la sensazione di stare leggendo qualcosa di collegato e di attento, dove nulla, anche il dettagli apparentemente più insignificanti, è scritto per caso.
Le capacità stilistiche trovano maggiore estrinsecazione nei personaggi, che risultano vividi e, anche nella loro complessità, chiari e di facile lettura. Ovviamente le uniche personalità realmente descritte sono quelle dei quattro protagonisti. Esse, come ho già anticipato, risultano evidenti sin dal modo in cui pensano, ma vengono ulteriormente approfondite grazie ai loro comportamenti e anche alle impressioni che si trasmettono l'uno con l'altro.
Come sappiamo sin dai tempi di Pirandello, il nostro modo di vederci può divergere da quello in cui ci vede un'altra persona e anche dall'esterno non daremo necessariamente a tutti la stessa impressione. Howard è molto brava a rendere questo concetto, anche se in poche parole, mostrandoci più volte come i quattro pensino di conoscersi a fondo e che, invece, sbaglino spesso ad indovinarsi, specialmente nel momento del cambiamento.
Solo mentre si alzavano in piedi per lasciare il ristorante gli venne in mente che forse non era l'unico a nascondere qualcosa, che ognuno di loro, nel proprio intimo, coltivava un sentimento che doveva rimanere rigorosamente invisibile agli altri.
Infatti, seppure si comprenda molto tardi, il tema vero e proprio del libro è quello del cambiamento, da cui deriva il titolo Cambio di rotta.
Leggendo direttamente dal loro punto di vista è piuttosto semplice per il lettore percepire l'inesorabile mutamento dei personaggi, introdotto quasi in tutti i casi con prudenza. D'altro canto è meno evidente, almeno in tre casi su quattro, cosa sia stato a provocarlo. Howard non dimentica di introdurre spiegazioni, ma richiede anche uno sforzo di fiducia da parte del lettore, che deve pensare come credibile qualcosa che, in realtà, non è all'ordine del giorno.
In quel momento però mi sono ripromesso di cambiare rotta: d'ora in poi organizzerò la mia vita, o al massimo quella di Alberta.
I sentimenti e le emozioni provati dai personaggi sono evidenti, ma non così semplici da percepire a nostra volta. L'atmosfera provata non è travolgente quanto quella che percepiscono i personaggi, non dismettiamo mai i nostri panni indossando i loro, forse a causa del fatto che la storia non è raccontata in ogni singolo momento ma solo per i suoi aspetti salienti, anche se sono pochi i pezzi mancanti.
L'ambientazione è variabile, ma sempre ottimamente resa. Si spazia da Londra a New York alla Grecia. Per tutti e tre i luoghi troverete descrizioni sia ambientali che emotive che vi aiuteranno ad immaginare ogni scena.
Sera ad Atene: l'aria dolce e asciutta, la gente che passeggia con indolenza, senza meta, ma con dipinta in faccia la gioia di esserci.
La trama del libro è basata sulle vite dei quattro protagonisti e le loro relazioni. Ci sono Lillian e Emmanuel, coppia ormai non più giovane e sposata da tempo, Jimmy uomo di fiducia e sentimentalmente legato a loro e Alberta, giovane donna appena conosciuta ed entrata a far parte del gruppo solo in un secondo momento.
Non sono molti gli accadimenti della storia, incentrata principalmente sulla psicologia e le relazioni dei personaggi, piuttosto che sulla complessità dell'intreccio. Anche se nello svolgimento ci sarà un caleidoscopio di dettagli e cambiamenti relativi ad ambientazione, rapporti e mentalità, saranno pochi gli eventi rilevanti e quasi nulli quelli non facilmente individuabili in anteprima.
L'incipit inizia con il punto di vista di Jimmy che, insieme a quello di Alberta, è quello più facilmente fruibile. Uno degli avvenimenti più rilevanti verrà raccontato proprio all'inizio, rendendo da subito accattivante la lettura.
La storia è piuttosto facile da immaginare ma si chiude in modo auspicabile, senza colpi di scena Howard riesce a non deludere il suo lettore non scegliendo il finale più ovvio.
Ho rilevato nel testo pochi refusi ma piuttosto evidenti, non mi sento perciò di definire la cura irreprensibile.
In conclusione, Cambio di rotta è un libro che dimostra grandi capacità dell'autrice, specialmente nella resa dei personaggi e nel gioco linguistico. È un libro che ho letto volentieri e che, nonostante le non poche pagine, avrei terminato in brevissimo tempo, se non l'avessi affrontato per un gruppo di lettura. Il mio voto, forse leggermente inferiore a quello che si meriterebbe, è dovuto al fatto che, seppur piacevole, non credo che lascerà un segno dentro di me.
Detto questo lo consiglio perché è un buon libro che dimostra doti positive dell'autrice e fa ben sperare per le prossime letture. Quando sentite il desiderio di una lettura disimpegnata ma dal gusto classico Cambio di rotta potrà essere una buona scelta.
Io proverò in futuro a leggere la saga dei Cazalet, il fatto che tutto sia raccontato in cinque libri piuttosto che in uno mi aiuterà, magari, ad entrare maggiormente in empatia con i personaggi.