Electric Dreams

Di Philip K. Dick

Fanucci

181 pagine

7,5/10

Consigliato: Sì

Statunitense

Fantascienza

Racconti

Film/Telefilm

TRAMA IN BREVE

10 racconti editi di Philip K. Dick fanno parte di questa nuova antologia: Electric Dreams dal nome dell'omonima serie TV su Prime Video. Al suo interno troverete non solo le storie di uno dei maestri della fantascienza ma anche le idee al riguardo dei produttori dello show.

INCIPIT

Il fabbricante di cappucci

«Un cappuccio!»
«Qualcuno con un cappuccio!»
La gente che lavorava o che era in giro per compere corse sul marciapiede, si unì alla folla che si andava formando.

Il pianeta impossibile

«Se ne sta lì senza fare niente» disse Norton, nervoso. «Capitano, deve parlarle.»
«Cosa vuole?»
«Vuole un biglietto. È sorda come una campana. Se ne sta lì con lo sguardo perso nel nulla e non se ne va. Mi dà i brividi.»

Il pendolare

L'ometto era stanco. Si fece lentamente strada in mezzo alla folla che ingombrava l'atrio della stazione, dirigendosi verso la biglietteria. Qui attese con impazienza il suo turno. Tutto, in lui, denotava stanchezza, dalle spalle curve alla logora giacca marrone che gli pendeva addosso.

Vendete e moltiplicatevi

Ed Morris si trovò incastrato in un ingorgo, mentre tornava su Terra, alla fine di una lunga giornata di lavoro. La rotta Ganimede-Terra era piena di navi di pendolari: impiegati esausti, dalla faccia tirata.

Un pezzo da museo

«È uno strano abito, quello che indossa» osservò il roboautista del servizio di pubblico trasporto, aprendo la porta e accostando sul lato della strada. «Cosa sono quei piccoli oggetti rotondi?»

Umano è

Gli occhi azzurri di Jill Herrick si riempirono di lacrime. Fissò suo marito con un'espressione di indicibile orrore. «Sei... sei odioso!» gli disse tra i singhiozzi.

L'impiccato

Alle cinque del pomeriggio, Ed Loyce si lavò, indossò cappello e giacca, tirò fuori l'automobile dal garage, e partì per il centro della città, diretto al suo negozio di televisori.

Autofac

La tensione incombeva sui tre uomini in attesa. Fumavano, passeggiavano avanti e indietro, prendevano meccanicamente a calci le erbacce che crescevano sul lato della strada.

Foster, sei morto

La scuola era un tormento, come sempre. E quel giorno era anche peggio. Mike Foster finì di cucire i suoi cestini impermeabili e sedette rigido, mentre gli altri bambini lavoravano tutt'intorno a lui.

La cosa-padre

«La cena è pronta» annunciò in tono perentorio la signora Walton. «Vai a chiamare tuo padre e digli di lavarsi le mani. Lo stesso vale per te, giovanotto.» Posò una zuppiera fumante in mezzo alla tavola ben apparecchiata. «Lo troverai in garage.»

RECENSIONE

Gli sembrava impossibile. Forse era diventato pazzo. La città era reale, assolutamente reale. Doveva essere sempre esistita. Un'intera città nn sorge all'improvviso dal nulla, da una nuvola di nebbia grigia.

Electric Dreams è una raccolta di racconti edita da Fanucci Editore in vista dell'uscita dell'omonima Serie TV, reperibile su Prime Video.
Tutte le storie scritte al suo interno sono di Philip K. Dick, autore che non ha, certamente, bisogno di presentazione.

Sono stati i produttori dei dieci episodi a scegliere i racconti da rappresentare nella Serie TV. Non si tratta, perciò, di nuove storie inedite, bensì di racconti giù pubblicati in precedenza, in anni diversi e raccolte differenti.
Per quanto siano scritte dallo stesso autore e siano tutte storie di genere fantascientifico, troveremo una buona varietà, dovuta alla distanza di tempo intercorsa tra la stesura di un racconto e l'altro.

Solitamente quando esce una nuova raccolta di racconti già editi in precedenza viene da chiedersi: vale la pena acquistarla? E se alcuni dei racconti al suo interno io li avessi già in altre antologie? Cosa la compro a fare?
In questo caso è la struttura a rispondere; Electric Dreams, infatti, non contiene solamente i racconti di Dick ma, prima di ognuno di essi, presenta un'introduzione del produttore di quel determinato episodio che spiega il perché abbia scelto proprio quella storia anziché altre. Ci viene detto, quindi, chi ha girato la puntata dedicata a quel racconto, cos'ha fatto in precedenza e, poi, il suo personale punto di vista al riguardo, dandoci così la possibilità di sapere qualcosa di più e rendendo, così, l'acquisto di questo libro fondamentale per coloro che amano sapere cosa c'è dietro alla serie TV che andranno a visionare. (L'ipotesi che venga guardata prima di leggere i racconti non la voglio considerare, fa troppo male!)
La struttura, perciò, l'ho apprezzata moltissimo, anche se non ho capito perché i racconti non sono stati inseriti nello stesso ordine degli episodi della serie TV, perciò attenzione! Se volete leggere un racconto e poi visionarne un episodio cercate quello giusto!
Se detestate le anticipazioni, anche piccole, come me, vi consiglio di leggere le prefazioni solamente dopo aver letto i racconti!

La varietà di cui vi parlavo prima incide principalmente su due aspetti: le tematiche toccate e lo stile.

Su quest'ultimo punto cercherò di non dilungarmi; lo stile di Dick, come quello di qualsiasi altro autore, si è evoluto nel tempo e questo, a tratti, l'ho notato. Ci sono dei racconti che ho apprezzato maggiormente sotto questo punto di vista e altri che ho gradito meno, non solo per una questione temporale ma anche per la struttura della narrazione: quando c'è più di un punto di vista tendo a seguirlo meno perché fatico a capire gli stacchi da un personaggio all'altro, leggo e, ad un certo punto, capisco che il punto di vista è cambiato senza che me ne fossi accorta.

Apprezzo la forte rilevanza dei dialoghi; sono ben più presenti rispetto alla media delle altre storie che leggo e sono pochi i casi in cui, in opere di altri autori, li apprezzo quanto la narrazione generale. Per quanto non siano significativi come le riflessioni dei personaggi, aiutano a sentire maggiormente l'atmosfera e a rendere più snella la lettura.

«Non avete un rifugio?»
Foster annuì.
La donna cominciò a provare una strana sensazione. «Ma...» aveva cominciato a dire: Ma morirà sul colpo. Lo cambiò in: «Ma dove andrai?»

Per quanto riguarda la trama, invece, ho ricevuto un'ottima sorpresa. All'interno di questa antologia troviamo ben 10 racconti eppure non ce n'è nemmeno uno che io abbia trovato noioso, già sentito, banale o superato. Dick non è diventato famoso per caso; aveva un'inventiva tremendamente lungimirante ed ogni sua storia è come acqua fresca per la mente: fa riflettere e intrattiene. 
La sorpresa l'ho avuta non per la genialità dell'autore, che mi era già chiara, ma per l'impatto che ogni racconto ha avuto su di me, mentre nei romanzi, come ad esempio La svastica sul sole, trovo milioni di spunti ma non li ritengo sufficientemente approfonditi per soddisfare la mia curiosità, nei racconti vengo totalmente appagata perché, in così poche pagine, l'autore riesce a fare moltissimo: crea una storia d'impatto ed interessante che, al contempo, ti dona uno spunto di riflessione e lancia un messaggio incisivo sul quale potrai meditare anche una volta terminato il racconto.

Forse, alcune parti del passato erano instabili. Forse quel particolare periodo di sette anni prima era stato critico. Un punto focale che, forse, non si era mai completamente 'saldato'. Che pensiero strano: il passato che cambiava dopo essere già avvenuto.

È capitato di rado che gli incipit dei racconti mi coinvolgessero immediatamente; all'autore piace introdurre ogni sua storia con qualcosa che possa essere quasi considerato, con il senno di poi, un diversivo. A volte capita anche di entrare immediatamente nell'azione, ma dopo poche pagine ci accorgeremo che non era lì che Dick voleva portarci, bensì un po' più in là, in una situazione differente, anche se collegata a quanto raccontato in precedenza. È difficile immaginare l'andamento del racconto dal suo inizio; solo in alcune storie questo non succede.

I finali, invece, sono sempre esaustivi e convincenti. Anche quando la storia non finisce davvero (e questo accade spesso) dà la sensazione di aver avuto la giusta conclusione; quella che ti porterà a meditare di più, quella con più effetto possibile.

Un altro aspetto in cui Dick non può deludere è l'ambientazione. Questo scrittore riesce non solo ad immaginare qualsiasi mondo possibile, ma anche a fartelo vedere chiaramente, come se esistesse già dentro di noi e avesse solamente aspettato di uscire fuori! Dick ha uno stile molto veloce e anche sulle descrizioni ambientali non si sofferma troppo tempo, ma riesce in pochissime righe a rendere tutto il paesaggio. Immagini vivide e piene di colori, anche i meno fantasiosi faticheranno a non immaginarsi ciò che viene raccontato. 

La superficie arida e corrosa era lambita dai resti congelati di antichi oceani. Cime frastagliate, erose, si protendevano verso l'alto. Le pianure erano state scavate e uccise. Le bocche di grandi pozzi si aprivano nel terreno, come ferite purulente.

Riguardo allo stile veloce occorre che spieghi la valutazione media del ritmo, perché spesso viene fraintesa. Il ritmo viene valutato non solo per la sua velocità ma anche per la sua corrispondenza con ciò che vorrebbe il lettore. Gli scritti di Dick hanno un ritmo veloce, a volte persino frenetico e, per quanto abbiano tutto al loro interno, una come me che preferisce di gran lunga il dilungarsi alla eccessiva sintesi, fatica a stare al passo di ciò che l'autore racconta. 

La personalità dei personaggi non è grandemente approfondita, questo non solo perché si tratta di racconti, brevi per antonomasia, e non di un romanzo di molte pagine, ma anche perché sono solamente determinati aspetti della loro caratterizzazione ad interessarci particolarmente, la loro umanità. Ho visto gli esseri umani più come rappresentanti del genere piuttosto che portatori di individualismo e unicità. Questo è ovviamente comprensibile perché questa scelta entra perfettamente in connessione con l'intento del racconto; inviare un messaggio generale che possa colpire ognuno di noi, e non solamente una particolare categoria di individui.

«Siamo fregati» ansimò a sua volta Perine, annuendo con aria avvilita. «Come sempre,. Noi umani abbiamo sempre la peggio.»

Infine, ma assolutamente non meno importante è l'atmosfera. Dick è un maestro in questo; riesce a farci provare la meraviglia della scoperta come l'oppressione della vita provata dai personaggi, ci fa paura e ci inquieta ad ogni passo, ricordandoci che ciò che ci racconta non è affatto lontano da quello che potrebbe accadere veramente, un giorno o l'altro.

Improvvisamente urlò, un alto urlo di giubilo che echeggiò e rimbalzo di muro in muro. Rimase assordito dall'eco. Chiuse forte gli occhi e serrò i pugni. Era pazzo di gioia. Urlò di nuovo, e si lasciò cullare da quell'epoca, la sua voce accresciuta dai muri vicini, duri e incredibilmente resistenti.

Non ho ancora visionato la Serie TV ma lo farò nei prossimi giorni, scriverò le mie impressioni e le mie opinioni in un articolo apposito in modo tale da accontentare i più curiosi!

In conclusione, ho trovato questo libro non solo piacevole ma anche utile ed interessante. È stato bello leggere racconti di Philip K. Dick che ancora non conoscevo e ho apprezzato le prefazioni riguardanti gli episodi della Serie TV.

Lo consiglio a tutti, questi sono racconti che lasceranno qualcosa ad ognuno di voi, indifferentemente dai vostri gusti personali!

CITAZIONI

Il fabbricante di cappucci

«Un innocente non ha motivo di nascondere i propri pensieri. Il novantuno percento della popolazione è felice di lasciarsi sondare la mente. Molti vogliono dimostrare la propria lealtà. Ma questo uno percento è colpevole di qualcosa.»

Il pianeta impossibile

«Non riesco a farmi capire. Terra non esiste. È stato dimostrato migliaia di volte. Non è mai esistito un pianeta primordiale. Tutti gli scienziati sono concordi nel ritenere che la vita umana sia apparsa simultaneamente nell'intero...» 

Il pendolare

La nuvola di fumo grigio. Quella enorme nuvola andava prendendo rapidamente forma, come se stesse nascendo qualcosa. E, in effetti, qualcosa stava realmente nascendo.

Forse c'era sempre stata. Forse no. Era tutto così incerto. Cose nuove comparivano; altre, vecchie, sparivano. Il passato stava mutando e la sua memoria era legata al passato. Come poteva fidarsi della memoria? Come poteva esserne sicuro?

Vendete e moltiplicatevi

La pubblicità era in agguato da tutte le parti; cercò di schivare gli annunci con una serie di abili manovre, dettate da un istino animale, ma non tutti potevano essere evitati. Si sentì prendere dalla disperazione. I contorni di un nuovo annuncio audiovisivo stavano già prendendo consistenza.

«Buonasera» disse con una voce calma che si mescolava col sibilo del vento, con i rumori tristi della serali, gli echi lontani del traffico e dei segnali stradali. Alcune ombre indistinte si muovevano a passi rapidi nella penombra. Il mondo era scuro e ostile

Un pezzo da museo

Ah! La libertà del XX secolo! Miller rallentò un attimo l'analizzatore dei nastri, mentre un'espressione sognante si dipingeva sul suo viso. L'età eccitante della virilità e dell'individualismo, quando gli uomini erano uomini..

Umano è

«Quando avrai finito» disse Frank a Lester Herrick «vorrei che venissi con me»
Jill 
avvertì un brivido di freddo. «Che c'è? Posso venire anch'io?»
Frank scosse la testa, poi si diresse verso Lester con aria minacciosa. «Vieni, Herrick. Andiamoci a fare una passeggiatina.»

«È di certo una cosa straordinaria. Nessun cambiamento fisico. Guardandolo, non si potrebbe mai capire la differenza.» Si diresse verso l'uomo seduto, fissandolo con aria severa. «Ascoltami, qualunque cosa tu sia. Puoi capire quello che dico?»

L'impiccato

Tenebre così fitte da parere quasi solide. Nel vortice, qualcosa si muoveva. Forme guizzanti. Cose che scendevano dal cielo, si fermavano un attimo al di sopra del comune, fluttuando in un folto sciame, e poi cadevano in perfetto silenzio sul tetto.

Pseudouomini. Imitazioni di uomini. Insetti con la capacità di assumere l'aspetto di uomini. Come, in maniera diversa, facevano altri insetti che vivevano sulla Terra. Pigmenti protettivi. Mimetismo.

Autofac

La macchina era massiccia, e rombava sotto il carico ben stipato. Per molti aspetti ricordava i comuni mezzi di trasporto azionati dall'uomo, ma con un'eccezione: non c'era la cabina di guida.

«Questo è il più bel posto della Terra. Questo posto diventerò la tomba della rete Autofac. Un giorno la gente ci verrà apposta, per vederlo, e ci sarà una lapide alta un miglio.»

Foster, sei morto

Sei come un maniaco collezionista, che accumula tutto nel suo piccolo buco da topi nel muro. Nessuno vuole più i mobili in legno. Sei un relitto... una curiosità.»

«È allora che sono diventato un anti-P. Solo che non lo sapevo ancora. Sapevo solo che eravamo soli, con l'eccezione di una striscia di panno verde. Avremmo dovuto essere un Paese, un'intere nazione, centosettanta milioni di persone che lavorano insieme per la difesa. E invece, siamo tante piccole città separate, piccoli fortini protetti da mura. Che stanno regredendo, tornando al Medioevo. Che organizzano i loro eserciti per conto loro...»

La cosa-padre

Il suo volto fu trafitto da una strana espressione che svanì subito, ma in quel breve istante Ted Walton mostrò tutt'altro aspetto. Qualcosa di freddo e alieno brillò in lui, una massa serpeggiante e contorta. Gli occhi si offuscarono e sembrarono rimpicciolire, mentre una misteriosa, arcaica lucentezza scendeva a ricoprirli.

QUARTA DI COPERTINA

Cupe, profetiche ed estremamente potenti, le storie di questa antologia mettono in luce un maestro al lavoro, dotato di sconfinata immaginazione e di una capacità non comune di comprendere ed esplorare la condizione umana. All'interno i dieci racconti sui quali si basa la serie televisiva Philip K. Dick's Electric Dreams di Amazon Prime Video: Il fabbricante di cappucci, Il pianeta impossibile, Il pendolare, Vendete e moltiplicatevi, Un pezzo da museo, Umano è, L'impiccato, Autofac, Foster, sei morto e La cosa-padre. La serie, prodotta e ideata da Bryan Cranston, protagonista di Breaking Bad, Ronald D. Moore, produttore di Battlestar Galactica e Outlander, e Michael Dinner, produttore di Grey's Anatomy, rende omaggio a uno dei più importanti autori di fantascienza al mondo, capace di segnare l'immaginario collettivo di intere generazioni.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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