«Non è insolita, amico, questa storia è folle».
La porta delle tenebre è il secondo volume della serie Dannati di Glenn Cooper.
È possibile comprendere il contenuto di questo libro anche leggendolo per primo perché l'autore si premura di raccontare in sintesi gli eventi fondamentali successi precedentemente e perché la terminologia e l'ambientazione ideate da Cooper vengono nuovamente spiegate, anche se per sommi capi. D'altra parte questo secondo libro continua esattamente dalla fine del precedente che, per quanto chiuda un ciclo della storia non può considerarsi autoconclusivo, perciò sconsiglio di leggerli (se si desidera farlo nella loro totalità) in ordine sparso.
In questa mia recensione cercherò di evidenziare le differenze con il primo volume e di non ripetere concetti già introdotti in precedenza nella recensione di Dannati, a cui vi rimando in caso desideraste un'opinione più completa.
Se non avete letto il primo volume vi sconsiglio anche di leggere le citazioni riportate per questo secondo libro, perché potrebbero contenere anticipazioni.
Sapeva in che luogo erano finiti, ma non voleva pronunciarne il nome. Non poteva, perché altrimenti l'avrebbe reso reale.
La parola che Delia non riusciva a pronunciare era Inferno.
La porta delle tenebre è un sequel scritto e pubblicato a ridosso del primo libro e, per questo, potrebbe essere considerato la sua appendice naturale. Le differenze, infatti, sono poche e maggiormente dovute al necessario sviluppo della trama piuttosto che ad un mutamento o ad un'evolversi della vicenda.
Uno degli aspetti che cambia è la quantità di punti di vista disponibili. All'inizio del romanzo troverete nuovi personaggi e i loro relativi point of view che riusciranno a rendere meno scontata e più interessante la storia. Questa struttura maggiormente articolata andrà a scemare sempre di più fino ad essere ridotta al minimo al termine del volume.
La storia continua e, ovviamente, con essa si sommano nuovi concetti, colpi di scena e strategie. La credibilità in questo caso risulta maggiormente traballante, specie sul finale in cui l'autore utilizza un escamotage che indispettirà i maggiori appassionati di storia. Quest'ultimo aspetto, oltre che nel punto appena specificato, rimane quello più curato e che dà il maggior valore al romanzo. Gli approfondimenti sui personaggi storici sono inferiori ma sempre puntuali. Ho apprezzato particolarmente le parti in cui l'autore mostra la reazione attonita delle persone, morte antecedentemente ad una determinata scoperta, davanti alla sua realizzazione.
La trama è molto simile, anche se più complessa, a quella del volume precedente. Lo svolgimento ripete schemi già visti e letti in Dannati. Nonostante questo il ritmo rimane veloce e la lettura resta facilmente fruibile. Questo avviene grazie alle scelte oculate di Cooper che, talvolta, decide persino di fare un "avanti veloce" in alcune scene, onde evitare un'eccessiva prolissità.
Lo stile è quello tipico del thriller statunitense e, in La porta delle tenebre, troverete un'ancora maggiore quantità di battute da film che si suole chiamare "americanate". Queste rendono il testo simpatico, anche se ciò evidenzia anche lo stereotipo a cui appartiene ogni personaggio, per cui difficilmente il lettore potrà provare una vera e propria empatia nei loro confronti.
«Mi ascolti bene, allora. Un giorno, sarà molto felice di bere qualcosa con lei per parlarle dei miei interessi storici, ma non oggi. Oggi è il giorno in cui lei farà il suo dovere di patriota, per la regina e per il Paese, e mi dirà tutto quello che sa su Enrico VIII.»
Glenn Cooper si riconferma una scrittore sempre attento alle necessità di chi acquista un suo libro e, in questo secondo volume introduce un tema che non stanca mai chi legge: i libri.
Pecca più grande del testo è la sua prevedibilità: è assolutamente impossibile non immaginare sin dalle prime pagine come finirà il volume, sapendo che ce ne sarà uno successivo e conoscendone, per giunta, il titolo.
Maledetto MAAC!... Quale vaso di Pandora aveva scoperchiato il MAAC?
In conclusione, La porta delle tenebre è un libro perfetto da leggere sotto l'ombrellone. Intrattiene e diverte, ma non stimola particolarmente l'immaginazione del lettore, riportandolo su concetti interessanti ma già trattati in precedenza. La gradevolezza di questa lettura è stata discendente e, devo ammettere, che leggerò il prossimo (ed ultimo) volume solo per avere la consapevolezza di chiudere la serie e non per un'eccessiva curiosità. Non è stato difficile portare a termine questa lettura, che ricorderò con simpatia, ma non penso che mi abbia lasciato qualcosa di durevole nella memoria.
La cura non è perfetta ma coerente con il prezzo della mia edizione (4.25€ su Amazon, persino meno del formato Kindle).
Lo consiglio solo a chi ha letto il volume precedente e lo ha apprezzato particolarmente e a chi sente il bisogno di una lettura disimpegnata (ma non priva di qualche nozione interessante) che porti relax, spensieratezza e anche qualche risata. Anche se contiene elementi di romanzo storico, fantasy e fantascienza non credo che sia adatto a chi ricerca una lettura di uno di questi generi.