Tutto ciò che è bello uccide qualcosa; tutto ha un prezzo.
7 di Tristan Garcia è stata la rivelazione dell'anno. NN Editore ancora una volta mi ha sorpresa: si tratta del libro più bello che abbia letto in questi primi cinque mesi del 2018.
Ciò che è fondamentale spiegarvi per impostare tutta la recensione è la struttura del libro.
Si tratta di un volume diviso in 7 parti (da qui il titolo) e ognuna di esse potrebbe essere letta anche separatamente. Non si può considerare, però, una raccolta di racconti perché le 7 parti sono collegate tra loro e, il punto focale della loro congiunzione sarà evidente solamente nella parte finale.
7, perciò, è da considerarsi un romanzo, seppure molto speciale e unico nel suo genere.
Se dovesse essere paragonato ad un libro, lo si potrebbe allineare a Cloud Atlas, per il concetto di diverse storie che si intrecciano in una unica. Se voleste sapere a quale serie TV assomiglia maggiormente, la risposta sarebbe Black Mirror perché come la famosa serie televisiva, ogni "episodio" di questo romanzo porta a riflettere su un determinato aspetto, anche se non legato strettamente alla tecnologia.
I racconti da 1 a 6 hanno trame completamente diverse tra loro ma, il lettore attento, potrà trovare diversi punti in comune: canzoni, personalità e frasi ricorrenti, ci ricordano di stare leggendo qualcosa di univoco.
Il settimo racconto, che è lungo più di 200 pagine e occupa da solo 2/5 del libro, è quello che permette al lettore di tirare le somme dell'intero volume.
Le trame sono diverse sia nella storia che nel genere, oltre che nell'ambientazione, è assolutamente impossibile non anticipare qualcosa parlandovene perciò per coloro che, come me, sono altamente allergici alle anticipazioni, consiglio di saltare il prossimo paragrafo perché, per quanto io desideri stare attenta, non ho modo di spiegarvi l'originalità delle storie, senza anticiparne le premesse originalissime da cui partono.
Alice: c'è una nuova droga in città che, a seconda della quantità di assunzione, ti permette di essere nuovamente il te stesso di tot anni prima (solo nella mente, però!)
I rulli di legno: un musicista scopre dei rulli antichissimi in cui sembra che sia incisa la musica fondamentale passata e futura che ha fatto e farà la storia dell'umanità.
Sanguine: una modella stupenda, così bella da farci chiedere dove sia l'inganno. Quando lei stessa scoprirà che effettivamente qualcosa (di molto grosso) dietro c'è, questa consapevolezza la cambierà per sempre.
La rivoluzione permanente: capita a tutti di sognare, ma se quando lo facessimo finissimo in un mondo alternativo in cui il diverso corso degli eventi ha mutato radicalmente ogni cosa? E se fosse l'altro, il mondo reale?
L'esistenza degli extraterrestri: una volta che si inizia a credere in qualcosa bisogna crederci per sempre, perdendo la fede perderemmo anche una parte di noi.. o forse proprio tutto?
Emisferi: un mondo distopico in cui le persone hanno deciso di vivere in emisferi separati, staccati dagli altri. C'è un universo per i vegani, uno per i cattolici, un altro per gli animalisti e così via. Chi nasce in un emisfero ne viene risucchiato: gli usi e i costumi di quel luogo sono l'unica realtà esistente.
La settima: Un ragazzo che apparentemente può vivere e rivivere la stessa vita all'infinito si trova davanti alla domanda più importante: Perché?
Se le trame sono intriganti, i loro svolgimenti non sono da meno: i risvolti pensati dall'autore sono inaspettati e profondi.
Tristan Garcia non è solamente un autore ma anche un filosofo e questo aspetto è facile da comprendere notando tutte le importanti implicazioni di ciò che scrive. È possibile trovare due chiavi di lettura di questo romanzo, quella più superficiale che ci racconta delle trame uniche nel loro genere e quella più legata al messaggio che ci permette di riflettere su aspetti importanti delle nostre vite.
Se ti sembra assurdo, è perché non hai ancora capito che la verità si trova sulla porta dei cessi più che nei grandi trattati di filosofia. Perché? Perché non tutti vanno in biblioteca o in libreria, ma tutti vanno al cesso.
I finali sono altrettanto apprezzabili, soprattutto quello conclusivo dell'intero volume.
Gli incipit sono, invece, l'unico aspetto che ritengo debole in questa lettura: non sono fatti male ma sono lenti e non fanno comprendere immediatamente al lettore il focus di ogni narrazione.
Garcia non dà quasi mai il suo meglio nelle pagine iniziali perciò vi invito a non affrontare la lettura in modo veloce e superficiale, investite il vostro tempo credendo in lui e dopo pochissime pagine sarete ripagati con gli interessi.
È solo per questo motivo per cui ho considerato il ritmo una via di mezzo: ogni storia è in discesa, più si va avanti più si legge velocemente. Quando se ne inizia una nuova si rimane momentaneamente spaesati, ma poi si ricomincia a scendere e ci si dimentica di tutto il resto.
Può capitare di non capire immediatamente tutto perché le storie iniziamo in medias res, ma dopo poco tempo si riesce ad entrare totalmente nel mondo creato dall'autore.
Nonostante ciò, l'atmosfera percepita è subito evidente. In buona parte questo è dovuto allo stile dell'autore, sempre attento a scegliere le parole migliori per rendere ogni diversa situazione. È proprio l'atmosfera ad avermi ricordato il telefilm Baìlack Mirror; chi l'ha visto potrà capire, perché la sensazione di vivere veramente la realtà raccontata permea su tutta la lettura.
Stilisticamente i racconti sono scritti in modo diverso; vengono utilizzate sia la prima che la terza persona, il passato e il presente. Alcuni racconti hanno al loro interno anche altre tipologie di scrittura, ad esempio Sanguine si apre con un articolo sulla protagonista scritto da una rivista di moda.
I protagonisti sono spesso simili tra loro, anche quando si tratta di persone molto diverse in genere, età e impiego, rispetto a quelle raccontate nelle storie precedenti.
Più che altro ad essere simile è la loro mentalità: sempre pronti a scavare a fondo e a voler conoscere di più, a tutti loro capita qualcosa di incredibile e la loro reazione non è quella superficiale che potrebbe avere una persona comune ma rappresenta, invece, ciò che tutti noi dovremmo chiederci davanti a certe esperienze. L'autore, insomma, ci invita a riflettere tramite le loro riflessioni, senza però esagerare rendendo troppo evidente l'intento pedagogico-filosofico.
Vorrei tanto imparare a morire. Ma non si può morire solo una volta, il tempo di imparare la lezione e non si è più niente.
Gli altri personaggi sono rappresentati spesso e volentieri dal punto di vista del protagonista e, per questo, non sono altrettanto importanti. Anche in questo caso le loro personalità sono spesso sovrapponibili, anche se mai completamente uguali. Sono estremi, sono strani, sono unici, forse non rispecchiano l'umanità di cui ci circondiamo ogni giorno, ma più che altro la diversità: quella che si scopre solo conoscendo bene una persona, nel profondo.
Chi non crede a qualcosa che sembra invece idiota agli occhi dei propri simili?
L'ambientazione varia a sua volta ad ogni racconto, sia nel tempo che nel luogo. In generale, però, sono Parigi e la Francia ad essere chiamate in causa. Questo aspetto viene trattato diversamente nelle storie, avendo maggiore o minore importanza a seconda del genere letterario e della trama raccontata.
Le descrizioni dei luoghi non sono mai invadenti ma ci permettono di visualizzare la scena con estrema facilità, aspetto non banale, dato che cambiando per ben 7 volte, la difficoltà di descrivere adeguatamente i diversi scenari si moltiplica notevolmente.
La cura del libro è impeccabile, NN si riconferma ogni volta un Editore cui affidarsi totalmente: siamo in ottime mani!
In conclusione, quest'opera è unica nel suo genere, stravagante e significativa. L'intrattenimento è garantito dall'originalità delle idee dell'autore, la qualità dalla cura dell'editore e dallo stile di Garcia (oltre che dalla traduttrice) e l'utilità dagli innumerevoli spunti di riflessione che si possono ricavare da queste storie.
Lo consiglio a tutti perché è veramente molto valido: può non piacere perché troppo estremo, ma non può sfuggire a nessuno la sua rilevanza sulla scena letteraria contemporanea. È da leggere.