La felicità domestica è un romanzo breve di Lev Tolstoj, pubblicato nel 1859 e scritto a soli trentadue anni.
Il libro, già molto breve, si divide in due parti. La prima è quella che potremmo definire introduttiva, con una trama lenta e ben evidente sin dalle prime righe che si forma completamente solamente nella seconda parte in cui coincidono svolgimento ed inizio vero e proprio della storia. Quest'ultima parte ricorda molto quella di altri romanzi particolarmente celebri tra i quali la stessa Anna Karenina di Tolstoj, che verrà pubblicata ben 18 anni dopo.
Il messaggio del testo concerne, come da titolo, la felicità domestica: cosa serve per essere felici? Fino a che punto è normale accontentarsi e non bramare qualcosa di più?
Non invano egli diceva che nella vita esiste solamente un'unica indubitabile felicità, ossia: vivere per gli altri. Cosa che mi riusciva ostica allora: non la capivo; ma pure questa convinzione, all'insaputa del pensiero, già guadagnava il mio cuore.
La giovane protagonista, nonché narratrice della storia, mostra un grande senso d'insoddisfazione sin dall'inizio del libro: sua madre è morta da poco e lei si annoia, bramosa di visitare l'estero per poter uscire dalla vita monotona che le appartiene, fatta da sessioni di piano, libri, studio e chiacchiere con la balia, la sorella e con i pochissimi visitatori della casa.
Il suo stato d'animo è, però, destinato a mutare grazie all'amore, che aspetta di essere scoperto, compreso ed esperito dalla ragazza.
Avanti il termine dell'inverno, questo senso di ansietà della solitudine, o semplicemente di noia, si accrebbe a tal punto, ch'io non uscivo di camera, non aprivo il pianoforte, e non prendevo libro in mano.
Nonostante lo stile narrativo possa risultare vetusto per le scelte di traduzione che utilizzano parole in disuso, talvolta anche in forme ancora più desuete (imaginazione anziché immaginazione e così via), il ritmo narrativo è snello, specialmente nella seconda parte del racconto.
Grande pregio del testo è quello del mostrare in fieri quello che sarà il Tolstoj che conosceremo con i suoi grandi romanzi, che risulteranno molto più complessi sia a livello stilistico che strutturale.
In conclusione, è piuttosto facile comprendere sin dalle primissime righe o pagine ciò che accadrà in seguito, la suspense dunque è completamente nulla ma può essere creata se il lettore/la lettrice ama questo genere di storia e, dunque, il leggere del dipanarsi degli eventi, già ovvi, possa coinvolgerlo/a comunque dal punto di vista emotivo.
Personalmente io ho difficoltà con questo genere di storie, i cui messaggi non trovo particolarmente condivisibili, anche se attuali e forse ancora più frequenti al giorno d'oggi, e anche davanti ad opere eccelse mi sono scontrata con questo gusto soggettivo che mi impedisce di immedesimarmi nella protagonista. In questo libro giovanile l'arzigogolo stilistico non è particolarmente presente e la successione degli eventi è semplice e frettoloso, perciò è ancora più semplice, per chi non gradisce la trama, scorgere aspetti meno convincenti ed apprezzare meno il risultato finale rispetto ad opere maggiori che si distinguono anche per questi aspetti.
Per questo motivo trovo che sia consigliabile per chi ama l'autore russo e vuole conoscere ogni progresso e passaggio della sua carriera letteraria, a chi si è innamorato di Madame Bovary e Anna Karenina e vuole sentire riecheggiare le sensazioni provate in quelle letture e a chi, in generale, ama la tematica principale, ovvero il senso di insoddisfazione permanente e indipendente da ciò che effettivamente si ha.
Il titolo è disponibile gratuitamente in edizione Fazi (la stessa che ho letto io, proprio usufruendo di questo servizio) con Kindle Unlimited.